L’ultima volta che l’Hermaea ha sognato in mezzo alle grandi dell’A2 è stato nella stagione 2015/2016. Un’annata per certi versi indimenticabile, che vide le biancoblu mantenere per metà campionato le posizioni di vertice e ottenere l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia. L’indiscussa trascinatrice della formazione allora guidata da Ivan Iosi era la schiacciatrice argentina Natalia Brussa, che seppe strabiliare sbriciolando ogni record: nella gara (vittoriosa) contro Filottrano seppe mettere a terra ben 38 punti, e a fine stagione si classificò al secondo posto nella classifica di rendimento. La sua carriera agonistica è terminata da qualche anno, ma Natalia è rimasta profondamente legata all’Hermaea.
Com’è la tua vita senza pallavolo?
Ora faccio la mamma e la moglie 24 ore al giorno! La mia vita è cambiata radicalmente, ho un figlio di 20 mesi che assorbe buona parte della mia giornata. È nell’età in cui vuole scoprire tutto del mondo che lo circonda, e fa sempre tantissime domande! Mio marito Riccardo lavora, e dunque sto tantissimo tempo con lui.
Il ‘tuo’ anno è ricordato come uno dei più positivi nella storia del club. Che effetto ti fa?
Sono felice e onorata. Ero capitano di una squadra che aveva al suo interno giocatrici giovani ed esperte. Un mix che andava amalgamato con pazienza, e ricordo che c’eravamo riuscite per gran parte della stagione. La cosa che ricordo con più piacere è il clima che si respirava nel gruppo. Si stava benissimo, e c’era davvero la voglia di stare assieme. Le ragazze più piccole erano comunque molto mature e sapevano ascoltare i consigli. Sono stata in tante altre squadre e posso dire che non si tratta di una cosa scontata.
Quell’anno sognaste in grande, mantenendo per diverso tempo il quarto posto in classifica.
Fu una cosa incredibile, anche perché la nostra era una squadra tutta nuova, che non poteva contare su elementi ‘top’ per la categoria. Riuscimmo a trovare la chimica giusta e ci regalammo anche i quarti di finale di Coppa Italia.
Ti va di raccontarci un aneddoto legato a quella stagione?
Quell’anno tutto era un aneddoto! Era una situazione totalmente diversa rispetto a tutte quelle che avevo vissuto durante la mia carriera. Si viveva tutte assieme nella stessa struttura, per di più in un’isola, e tutto ciò che accadeva era unico. Quando ripenso a quei mesi sorrido sempre, perché è stata una delle esperienze umane più belle che abbia mai fatto.
Ci sono delle compagne dell’epoca che senti ancora?
Certo. Soprattutto Ana Correa: con lei ho legato tanto, un po’ per l’età simile e un po’ perché condividiamo la stessa lingua. Ma non è la sola. Mi capita di sentire anche Cindy Fezzi, tanto per fare un esempio. Come ho già detto, la mia vita è cambiata parecchio dopo la nascita di mio figlio e ho qualche difficoltà nel curare i rapporti a distanza, però non ho dimenticato davvero nessuno. Sarebbe bello, un giorno, tornare tutte a Olbia per fare una bella rimpatriata!
Segui ancora l’Hermaea?
Certo che sì! Gli impegni familiari non mi permettono di vedere tante partite, però controllo sempre i risultati. Ho visto che con il cambio di allenatore sono cresciute e hanno scalato la classifica. Mi ha fatto davvero molto piacere.
Hai mantenuto i contatti anche con qualcuno che fa ancora parte della società?
Mi capita di sentire soprattutto il presidente Sarti, cui sono rimasta molto affezionata. Mi ha chiesto qualche volta delle informazioni su delle giocatrici da portare a Olbia. E’ stato gratificante, perché evidentemente ha visto in me anche una persona competente e in grado di dare una mano dall’esterno.
Tutto l’ambiente Hermaea ti ricorda ancora con tanto affetto.
E anche io ricorderò sempre loro con grandissimo piacere. La mia famiglia è sempre stata lontana, e quell’anno sono stati loro la mia famiglia speciale. Terrò tutti nel cuore per sempre. Sono felice di aver lasciato un bel ricordo.